Condividiamo qui di seguito integralmente un articolo della giornalista Serena Termini e pubblicato poche ore fa su «Redattore Sociale». Il pezzo riguarda l’assemblea pubblica tenutasi due giorni fa a Palermo per discutere del futuro della comunità Emmaus presente in città e della sede definitiva del suo mercatino solidale dell’usato.
Quale futuro per Emmaus Palermo? «Fateci continuare a sostenere le persone in difficoltà»
Ieri l’assemblea a cui hanno partecipato anche i presidenti Patrick Atohoun (internazionale) e Franco Monnicchi (nazionale). Le richieste: un immobile dove far vivere la comunità e continuare l’esperienza del mercatino solidale. L’assessore Ciulla: «C’è la volontà di trovare delle soluzioni»
16 maggio 2017
PALERMO – Continuare l’esperienza straordinaria di Emmaus Palermo che con l’impegno del mercatino solidale dell’usato è riuscito a innescare un circuito virtuoso di economia di sostegno e di accompagnamento all’autonomia delle persone in difficoltà. È questa la richiesta forte che è emersa da Emmaus Palermo ieri pomeriggio, all’interno dell’assemblea pubblica sul futuro della comunità e del mercatino solidale. All’incontro, sostenuto da una numerosa rete di associazioni, hanno preso parte, oltre a Nicola Teresi di Emmaus Palermo, il presidente internazionale di Emmaus Patrick Atohoun e nazionale Franco Monnicchi. In rappresentanza del sindaco Orlando è intervenuta l’assessore alle attività sociali Agnese Ciulla. Nel corso della mattinata, inoltre, il presidente Nicola Teresi con alcuni suoi rappresentanti ha incontrato l’assessore Ciulla e quella alle attività produttive, Giovanna Marano, insieme ai funzionari competenti per valutare quali azioni risolutive intraprendere.
Da due anni, il mercatino solidale dell’usato Emmaus Palermo permette l’autofinanziamento, grazie alla raccolta e rivendita di merce usata, di una comunità che accoglie persone in difficoltà, italiane e straniere. Da quando è nata, la realtà palermitana ha creato una comunità di 8 persone a cui presto si aggiungeranno altri due richiedenti asilo. Un altro nodo da sciogliere è anche la ricerca di un nuovo immobile dove fare vivere la comunità Emmaus che, come vincitrice del bando per l’assegnazione dei beni confiscati, aveva ottenuto una casa che però ha dovuto lasciare per motivi di sicurezza, a causa del rischio idrogeologico.
«Emmaus è un processo di economia circolare a tutela della sostenibilità ambientale – ha affermato Nicola Teresi, presidente di Emmaus Palermo – che contrasta nello stesso tempo le ingiustizie sociali scardinando l’attuale sistema di accoglienza perché auto-finanziato e improntato all’ospitalità indiscriminata. A oggi, purtroppo, non siamo più sicuri di poter andare avanti col nostro percorso a causa delle incertezze sulla permanenza all’interno del Padiglione 3 della Fiera del Mediterraneo, nonostante le nostre richieste di poterlo ristrutturare e metterlo in sicurezza a spese dell’associazione».
«Non è un caso che Emmaus Italia ha organizzato la sua assemblea nazionale a Palermo con la partecipazione di tutte le 18 comunità italiane – sottolinea Franco Monnicchi, presidente di Emmaus Italia –. Abbiamo deciso, infatti, di riunirci a Palermo perché per noi è una città emblematica in quanto è al sud e perché Emmaus Palermo sta facendo un bel lavoro di auto-finanziamento, consolidandosi come un modello significativo per il nostro movimento. Proprio per questo, chiediamo oggi alla collettività della città, ma ancora di più all’amministrazione comunale, che non si perda questa esperienza straordinaria che aiuta le persone più fragili e più deboli. Considerato che è stato il comune a volerci, speriamo che si possa trovare presto una soluzione concreta soprattutto a garanzia di una stabilità che permetta di continuare l’azione costante di solidarietà e di sostegno per chi vive in povertà».
«Oggi la comunità Emmaus fondata dall’Abbé Pierre conta 35 gruppi in 30 Paesi del mondo. Sappiamo la difficoltà che sta vivendo Emmaus Palermo – ha aggiunto il presidente internazionale di Emmaus, Patrick Atohoun – e proprio per questo ci mettiamo a sostegno concreto di quello che sarà il suo futuro attraverso l’impegno e il lavoro delle persone più fragili. Dovete essere orgogliosi perché in questa città si respira un buona cittadinanza, consapevole e proiettata – secondo lo spirito di Emmaus – a rispondere al bisogno delle persone. Al comune chiediamo di darci ancora la possibilità di impegnarci e di contribuire insieme in maniera ancora più forte a combattere la lotta alla miseria».
«Far funzionare un mercatino dell’usato a Palermo non era facile – spiega ancora Nicola Teresi – ma ci siamo riusciti anche grazie alla rete di associazioni cittadine che ci sostengono a vario livello e ne siamo molto soddisfatti. Il problema adesso è che non siamo più sicuri di rimanere all’interno della Fiera del Mediterraneo che, essendo sotto l’assessorato alle attività produttive, ha altri obiettivi. La nostra battaglia è quella allora di chiedere al comune di valutare la decisione di farci continuare in questo luogo inquadrando e valorizzando tutto il nostro impegno non profit in una prospettiva sociale molto più ampia di pratiche eco-sostenibili per il benessere della società civile. Chiediamo al sindaco la possibilità concreta anche di potere rimettere a norma, con il sostegno delle spese di Emmaus Italia, questo immobile dove ci troviamo insieme all’assessorato alle attività sociali. Per la casa, invece, che ospiterà la comunità, domani andremo a visitare un bene confiscato a Brancaccio. Ricordiamo che in questo momento anche la comunità sta vivendo una situazione precaria perché per adesso è ospitata all’interno del centro Arcobaleno 3p della Guadagna guidato dalla suora missionaria Anna Alonzo».
«C’è la volontà politica di trovare una soluzione – sottolinea l’assessore Agnese Ciulla – affinché questa esperienza possa proseguire nel migliore dei modi. Occorre però capire quale strada dovremo imboccare per garantire la continuità del mercatino. Sappiamo che l’immobile in cui si trova ha una situazione delicata e difficile da sciogliere legata proprio a dei vincoli con l’assessorato alle attività produttive per cui non escludiamo l’ipotesi di trovare altri immobili. Non vi lasceremo soli ma dobbiamo capire tutti insieme come fare» (Serena Termini)
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