Sabato 16 Dicembre alle 10:30 all’interno della comunità d’accoglienza in via La Luna 1 a Laterina Pergine Valdarno (AR), l’associazione Emmaus, con il patrocinio e contributo della Presidenza della Regione Toscana, inaugurerà l’archivio storico
intitolato ai fondatori Franco e Margit Bettoli.
L’archivio sarà il luogo dove far conoscere la documentazione prodotta in cinquant’anni di vita e condividere la memoria vivente dello stile Emmaus, fondato sulla giustizia ecologica e sulla solidarietà universale accanto ai più fragili.
Sarà allestita anche una sala espositiva artistica attraverso cui ripercorre in breve le tappe più significative della nostra storia, che ha segnato in maniera indelebile le pagine più significative dell’impegno civile della regione Toscana, coinvolgendo centinaia di comunitari, soci, volontari, donatori ma anche le istituzioni regionali, provinciali e comunali nell’organizzazione di progetti, gemellaggi, concerti, carovane, campi di solidarietà in giro per il mondo…
Per l’occasione apriremo le porte della nostra comunità a tutte/i coloro la vorranno visitare e gustare un piccolo rinfresco nella sala mensa.
In effetti un archivio che conteneva i documenti storici dell’associazione già esisteva grazie al lavoro prezioso e certosino dei volontari partecipanti al campo di lavoro estivo nel 2016 ma rimaneva chiusa in una stanza d’ufficio senza poter essere
fruibile.
Si trattava quindi di catalogare tutta la documentazione a disposizione e poi digitalizzare l’archivio sia per preservare i documenti originali in un supporto più duraturo che rendere più semplice la fruizione e la circolazione di questi materiali al
pubblico.
Il progetto non poteva che iniziare durante lo svolgimento di un campo di volontariato di una settimana nel mese di agosto di quest’anno, grazie alla partecipazione di un gruppo di 7 persone. L’intervento ha riguardato principalmente la pulizia straordinaria dello spazio destinato all’archivio storico e successivamente il recupero e riordino dei documenti.
L’associazione ha quindi dato incarico ad un archivista professionale che ha redatto un archivio cartaceo, poi ha iniziato il lungo lavoro di riversamento delle Vhs e delle diapositive in digitale.
L’archivio Franco e Margit Bettoli è costituito da 30 faldoni che contengono documentazione che va dal 1966 al 2014.
I faldoni sono stati riposti in ordine cronologico dal più remoto al più recente e per ciascuno di essi è stato descritto il contenuto.
La documentazione interessa in parte l’amministrazione e le attività della Comunità di Arezzo, in parte le iniziative e le missioni di Emmaus in Italia e nel mondo (Balcani, Africa, Sud America, etc…).
Del primo nucleo, quello “locale”, fanno parte documenti circa le risorse finanziarie, patrimoniali e umane della Comunità, gli affari legali e i campi di lavoro, la raccolta del materiale per il mercatino solidale. È presente anche parte della corrispondenza
di Franco Bettoli.
Del secondo nucleo, quello di respiro nazionale/internazionale, fanno parte i documenti relativi ai rapporti della Comunità di Arezzo con Emmaus Italia ed Emmaus International, così come le cooperazioni e i gemellaggi promossi da queste ultime, particolarmente nell’area balcanica in occasione della Guerra del Kosovo sul finire degli anni Novanta.
È presente inoltre altro materiale fatto di riviste, giornali e ritagli di giornale, manifesti e volantini, fotografie e oggettistica varia.
L’associazione ha dato incarico allo studio d’architetti Ginkgo s.t.p. di Firenze per la progettazione dell’arredo e delle strumentazioni per due sale. Avevamo conosciuto questi giovani architetti durante un progetto di collaborazione col Campus di Design sostenibile dell’Università di Firenze e non solo si sono subito attivati ma ci hanno offerto gratuitamente le loro professionalità per presentarci un progetto di allestimento molto originale e realizzabile nonostante il piccolo budget a disposizione.
Così abbiamo predisposto la prima sala come area di consultazione dell’archivio storico fisico, con una postazione digitale per effettuare ricerche o stampare un documento come souvenir.
La seconda sala, attigua alla prima, è stata allestita come spazio espositivo creativo per condividere con il pubblico la storia e la cultura della cooperazione allo sviluppo così come emerge dai vissuti, dai documenti e dai manufatti dell’archivio e prevede
diversi spazi: la “parete della Memoria”, l’area delle diapositive da osservare attraverso lenti d’ingrandimento sospese in aria, l’area videoproiezione con alcune chicche tra cui un’intera puntata di Rai 3 in diretta dalla comunità, la messa dell’Abbé Pierre nella chiesa di Ponticino o alcuni campi di volontariato in Bosnia tra le macerie della guerra…
L’archivio non vuole rappresentare uno spazio celebrativo della nostra storia ma essere uno strumento concreto per costruire un ponte verso il futuro. Una volta creato lo spazio fisico e digitalizzata la documentazione l’associazione potrà collaborare con altre istituzioni locali come biblioteche o musei per aumentare la portata dell’esposizione e gli eventi culturali, anche rivolti a giovani generazioni, attraverso ad esempio il coinvolgimento delle scuole del territorio.
Inoltre istituiremo una borsa di studio per un progetto di ricerca basato sui materiali dell’archivio storico per coinvolgere gli studenti e gli studiosi interessati alla cooperazione allo sviluppo e, in particolare, all’esperienza internazionale di Emmaus che, grazie alla particolarità dell’archivio che contiene documenti di esperienze, viaggi ecc. da tutto il mondo, conserva una dimensione cosmopolita. Il progetto potrebbe essere strutturato in modo collaborativo e multidisciplinare, coinvolgendo studenti e ricercatori provenienti da diverse discipline, come la storia, la sociologia, l’antropologia, la politica e l’economia.
L’obiettivo è quello di far rivivere questa importante ‘memoria solidale collettiva’ per proiettarla nella coscienza dei nostri concittadini come strumento di partecipazione attiva ai processi di pace e giustizia futuri.
L’archivio si potrà visitare gratuitamente (esclusi i giorni di mercatino) concordando un appuntamento col responsabile della comunità.