Siamo allibiti dall’ipocrisia e dalla falsa attestazione di dolore di politici, governanti e media rispetto all’ennesima strage nel Mediterraneo, come se quello che si è consumato fosse solo un evento tragico isolato piuttosto che un ennesimo e inevitabile proseguimento di un’ecatombe che inizia con le guerre, le dittature e la fame e prosegue con la disperata ricerca di pace e di un futuro migliore.
Ciò cui assistiamo è solo la tragica conseguenza di scelte e di politiche sbagliate; è la negazione della dignità umana della persona, del diritto di ognuno a vivere e a cercare una vita migliore.
È ipocrita usare ora il pallottoliere per contare i morti solo perché si tratta di un numero enorme di persone tutte insieme, isolando il problema come se si trattasse di un fatto emergenziale a se stante. Lo sappiamo bene che il problema ha delle cause e degli effetti ben precisi, non giriamoci intorno.
Per affrontarlo c’è bisogno di fare scelte concrete e non dichiarazioni ipocrite o, peggio, versare lacrime di coccodrillo.
È necessario, subito e senza esitazioni, salvare le persone in mare ripristinando immediatamente missioni di salvataggio e di soccorso coinvolgendo l’Europa tutta, e chiudere così la scandalosa esperienza di FRONTEX. Contemporaneamente, è indispensabile aprire corridoi umanitari verso la sponda nord del Mediterraneo: per molti migranti il passaggio attraverso il territorio italiano rappresenta solo una necessità pratica di approdo; la maggior parte di loro vorrebbe infatti ottenere asilo o soggiornare in altri Paesi europei, avere la possibilità di fare richieste in un territorio specifico e arrivare in sicurezza. Tutto questo non solo salverebbe tantissime vite umane, ma darebbe anche un colpo quasi mortale alla criminalità che si nutre di questo squallido mercimonio.
Ma queste urgenze ormai improcrastinabili non devono assolutamente farci dimenticare che le cause di tali situazioni, che provocano morti in numero altissimo e non solo nel Mediterraneo, sono generate dall’aumento delle disuguaglianze, dallo sfruttamento delle risorse dei Paesi di provenienza dei migranti da parte di grossi gruppi multinazionali e della finanza speculativa sostenuti dai governi occidentali.
Non bisogna scordare che le guerre in atto hanno come unico scopo quello di mantenere un tale stato di cose e che l’Occidente (l’Italia innanzitutto) è tra i primi produttori di armi che vengono utilizzate in questi conflitti.
Miseria, sfruttamento, guerra e dittature alla base delle migrazioni hanno quindi responsabilità ben precise e conosciute: ignorarle ci rende colpevolmente complici.
È rivoltante anche il tentativo reiterato di creare divisioni tra poveri, così come rivoltanti sono la bassezza culturale e il tono razzista di cui si alimentano, in Italia e in Europa, politici e personaggi demagogici senza scrupoli. È scandaloso che gli stessi sfruttatori e i molti governi che ne sono complici si riempiano la bocca, ora, di solidarietà formale e ipocrita, o organizzino e partecipino a cerimonie e commemorazioni di facciata. Basta!!! Non lo facciano più, non si permettano più!!! Cambino e agiscano!!!
Le nostre comunità e i nostri gruppi – formati da persone che hanno vissuto direttamente la miseria e la sofferenza, persone che al di là di ogni provenienza, di ogni differenza e di ogni credo politico o religioso si alleano per sconfiggere i veri nemici comuni: l’ingiustizia, la miseria e le cause che le determinano in ogni parte del pianeta – chiedono infine con forza che ogni essere umano possa cercare ovunque, senza barriere, con dignità e in piena sicurezza, un futuro migliore.
Oggi a Palermo, insieme al sindaco che ha decretato il lutto cittadino e a tante realtà sociali di base, abbiamo presentato l’iniziativa del campo internazionale Passione civile, che si terrà dal 5 luglio al 30 agosto. Un esempio concreto e importante di mobilitazione di giovani che può dare vita a una rete utile a costruire dal basso una società diversa, fatta di impegno e di lotta allo sfruttamento, alla miseria, alla sofferenza.
Mobilitiamoci, quindi, e combattiamo fin da ora ogni tipo di indifferenza e di ipocrisia per costruire insieme giustizia e dignità umana.
Franco Monnicchi
Presidente di Emmaus Italia