Il buon senso e la volontà di risolvere i problemi dovrebbero sempre prevalere sulla demagogia, sull’irrazionalità e sulla semplificazione a scapito di poveri esseri umani innocenti
Ministro Salvini,
la sua decisione estrema di non lasciare attraccare la nave Aquarius in alcun porto italiano con il suo carico di persone allo stremo per puro puntiglio – peraltro non sorretto da norme internazionali – è un atto disumano, oltreché inutile, per risolvere quello che lei considera il principale dei problemi che devono essere affrontati dal suo governo e dal nostro Paese. La miseria e la guerra non sono questioni che si risolvono con la semplificazione e con la sofferenza delle persone, che non deve mai essere usata e strumentalizzata per raccogliere consenso soprattutto da chi, come lei, si richiama ai valori cristiani esaltandone i simboli (purtroppo solo quelli, e non quanto scritto nel Vangelo, che parla invece di accoglienza, di tolleranza e di solidarietà).
La sua è una strada senza uscita che rischierà di aggravare i problemi anche per gli italiani, e di distogliere dalle reali cause che inducono gli individui a scappare dalla miseria e dalla sofferenza. Sia veramente coraggioso, molto più coraggioso di chi l’ha preceduta, e prenda una posizione netta sul conflitto siriano e su tutti i conflitti del pianeta che producono morti e profughi: gli stessi profughi che attraversano i deserti e rischiano la vita per salire su un barcone e approdare sulle nostre coste. La preghiamo, fermi il commercio delle armi di cui l’Italia è uno dei principali Paesi esportatori; lo fermi perché non tollera più che a causa di ciò le persone siano costrette a soffrire, a essere sfruttate, violentate, per arrivare qui da noi. E poi: si impegni e si batta per far sì che i popoli – cui appartengono molte delle persone costrette a migrare – abbiano la possibilità di sostenersi con processi di autodeterminazione e di autosviluppo; si impegni a far cancellare quell’iniquo e odioso debito neocoloniale che li tiene soggiogati; si prodighi a livello nazionale e internazionale per favorire un commercio più equo che smetta una volta per tutte di saccheggiare le loro risorse. Non è forse lei un fautore dell’autodeterminazione dei popoli? Ebbene, lo dimostri, e dimostri che questo principio non vale solo per la Padania o per l’Italia, ma per tutti i popoli del mondo.
Combatta poi la corruzione e i regimi dittatoriali, non permetta che alcune nostre imprese (come Eni, Enel, Benetton e altre ancora) possano corrompere, saccheggiare le risorse di altri Paesi, distruggerne l’ambiente e creare miseria invece che sviluppo; combatta le multinazionali che favoriscono tutto questo.
Infine, lotti contro la speculazione finanziaria e contro una finanza mondiale che si pone al di sopra delle persone e della politica, e che arricchisce pochi individui a scapito delle moltitudini che cercano disperatamente una via d’uscita. Una finanza che è anche una delle principali e reali cause di miseria anche in Italia.
Ecco, dopo avere fatto tutto questo potrà finalmente dire di essere davvero un buon cristiano, ed essere fiero di aver aiutato a casa sua chi è disperato e cerca perciò di fuggire nei nostri Paesi occidentali. Potrà anche dire di aver aiutato pure i «nostri poveri», che non sono altro che il rovescio della stessa medaglia: i migranti sono infatti il prodotto della miseria e della guerra, non la loro causa; e, men che meno, non sono la causa della miseria in Italia e del suo aggravarsi.
Le nostre comunità, che accolgono e si autofinanziano senza contributi esterni, sono un esempio di come le persone e la loro dignità non abbiano confini; nelle nostre comunità i poveri non si scontrano ma si aiutano per uscire dalle difficoltà, aiutando anche altre persone in Italia e in ogni parte del mondo. Favorire il dialogo e vie d’uscita sostenibili per tutti è l’unico sistema razionale che può funzionare; la contrapposizione e l’odio di una guerra ai poveri e tra i poveri rappresentano un vicolo cieco che non risolverà i problemi di nessuno, italiano o meno. Senza contare, poi, che prendersela con dei disperati non le fa onore, non le dà lustro, non la rende più forte.
Infine, vorremmo ringraziare – e lei dovrebbe farlo insieme a noi – Aquarius e tutte le altre organizzazioni umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo e non solo. Non osiamo neppure immaginare l’enorme dramma che dovremmo affrontare quotidianamente se non ci fossero loro. Grazie quindi per la vostra umanità, che ci stimola senza sosta a restare umani malgrado tutto.
Franco Monnicchi
Presidente di Emmaus Italia