La mattina del 18 aprile Emmaus Italia, insieme a più di 80 organizzazioni sociali, ha partecipato all’incontro per la campagna “Basta favori ai mercanti di Armi” presso la sede di Libera a Roma.
Sono intervenuti tra gli altri don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli, gli onorevoli Boldrini e Ricciardi, la Rete Pace e Disarmo, Banca Etica, spiegando sinteticamente le ragioni per non svuotare la legge 185/90, quella che regolamenta l’esportazione, l’importazione e il transito delle armi e soprattutto obbliga alla trasparenza industrie, banche e le società finanziarie che con le armi fanno affari.
In nome della santa ‘liberalizzazione’ e soprattutto nel silenzio generale, l’attuale ministro dell’Offesa, ex presidente di Aiad (la Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, che riunisce tutti i fabbricanti di armi) e parte del governo hanno fatto delle proposte di modifica alla legge che vogliono cancellare la lista delle banche e degli istituti che investono in armamenti. In questo modo si eviterebbero i controlli e si renderebbe fertile il terreno per la criminalità e l’enorme giro d’affari che vi
gravita intorno. Inoltre si eluderebbero quei paletti previsti dall’attuale legge riguardo all’esportazione (= vendita) delle armi “italiane” soltanto a paesi “alleati” e nei quali non ci sia alcun conflitto in corso, favorendo invece una speculazione finanziaria delle grandi lobby delle armi e appoggiando molti dittatori che le usano per reprimere col sangue ogni contestazione dei propri cittadini.
Si tratta quindi di un attacco diretto al cuore della nostra democrazia: sostituire la trasparenza con l’opacità, la conoscenza con l’ignoranza, la responsabilità verso il bene comune con l’irriverenza dell’unico interesse personale, la pace tra i popoli e l’ecosistema con l’economia che distrugge e uccide; vorrebbe dire farci derubare ancora una volta del diritto fondamentale d’informazione pubblica e di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica di questo paese.
Il movimento Emmaus nasce nel ’49 proprio dalle macerie fisiche e morali provocate dalle migliaia di tonnellate di armi piovute nella seconda guerra mondiale e ha saputo trasformare le ceneri della distruzione in una nuova vita al servizio dell’utilità generale.
“Intervenire sulle cause che provocano miseria” ci ha insegnato l’Abbé Pierre ed è diventato sin dalle sue origini il principio guida del nostro movimento. Non cercare di rispondere solo alle emergenze ma cercare di conoscere le cause profonde che creano la miseria è quello che ci proponiamo di fare concretamente ogni giorno. L’enorme disponibilità di armi sempre più letali e sempre più alla portata di tutti rappresenta oggi la causa principale che dispensa la miseria globale.
In questi anni Emmaus è intervenuto in diversi conflitti armati, in Bosnia anche durante il conflitto in corso, e tanti, troppi, sono i racconti, i volti, le vite mutilate dalle armi che hanno trovato accoglienza in Emmaus… tante, troppe, le testimonianze dirette che abbiamo ‘dovuto’ registrare nella nostra memoria nell’accogliere vite spezzate dalla miseria economica, sociale e spirituale prodotta dall’industria militare.
Non solo non dobbiamo retrocedere di un passo nella difesa a oltranza di questa legge simbolo di tutta quella parte progressista italiana che ha rappresentato un vanto dei diritti civili per oltre trent’anni a livello internazionale ma anzi dobbiamo approfittare dei riflettori puntati adesso per rilanciare, per chiedere ai politici di tutelare l’interesse comune tramite una campagna credibile di Disarmo, istituendo un Ministero della Pace, investendo sui rapporti diplomatici e di collaborazione tra i popoli.
La legge 185 come trampolino di lancio verso un unico e compatto conglomerato politico per la Pace, che possa delineare un percorso chiaro e coraggioso verso una Giustizia Ecologica.
Intanto vogliamo continuare a conoscere i nomi della finanza ‘armata’, dei politicanti (affaristi), di chi crea mediaticamente un clima da ‘guerra finale’ per incrementare la produzione e vendita di armi, insomma poter continuare a ‘vigilare’ ci sembra un dovere che ci spetta di diritto.
Intanto continuiamo a esercitare il nostro ruolo di ‘sentinelle della democrazia’, di monitoraggio e, quando occorre, di dissenso e disobbedienza civile.
Intanto, come ci ricorda l’Abbé Pierre “Non bisogna attendere di essere perfetti per cominciare qualcosa di buono.
La miseria non può attendere”.
Marco Sinopoli
Direttivo Emmaus Italia
Responsabile comunità Emmaus di Arezzo