Campagna internazionale dal 18 al 26 febbraio 2017
Promossa in Italia da AssopacePalestina e da Rete della Pace
Otto giorni di iniziative in tutto il mondo per dire no all’occupazione israeliana e agli insediamenti illegali nella città di Hebron e in tutta la Palestina
Le tappe italiane della Campagna con la testimonianza di Sohaib Zahda e Nour Abuhaisha, due rappresentanti di Youth Against Settlements (Giovani contro le colonie) di Hebron-Al Khalil, un gruppo di attivisti palestinesi che praticano la resistenza nonviolenta, avranno luogo a:
Roma (18-20 febbraio), Bergamo (21 febbraio), Milano (22 febbraio), Trieste (23 febbraio), Rovigo (25 febbraio), Napoli (26 febbraio) con presidi e sit-in in tutta Italia
La città palestinese di Hebron–Al Khalil, nel cuore della Cisgiordania occupata militarmente da Israele, è il simbolo delle discriminazioni e delle violazioni dei diritti umani causate dalla presenza di insediamenti israeliani illegali in Palestina. Agli abitanti palestinesi di Hebron viene negata la libertà di movimento e il diritto di transitare in intere zone della città, per lasciare liberi dalla presenza palestinese gli oltre 800 coloni che vivono nella città vecchia protetti dall’esercito israeliano. A Hebron è vietato ai palestinesi anche l’ingresso a Shuhada Street, un tempo cuore economico e sociale della città, oggi strada deserta e chiusa da checkpoint. Solo i coloni possono transitare.
La Campagna Internazionale Open Shuhada Street coinvolge ogni anno attivisti e organizzazioni umanitarie in tutto il mondo. Nella città di Hebron, in tutta la Palestina e in diversi paesi, si organizzeranno presidi, manifestazioni pacifiche, convegni, incontri con la cittadinanza e a livello politico e diplomatico per chiedere:
– il rispetto del diritto internazionale a Hebron e in tutta la Palestina
– la fine del sistema di restrizioni e chiusure a Hebron e la riapertura di Shuhada Street
– la fine dell’occupazione militare israeliana e della costruzione di insediamenti illegali in Cisgiordania
– la sensibilizzazione e l’informazione sulle violazioni dei diritti umani ai danni del popolo palestinese
– smantellare il ghetto, fuori i coloni di Habron
AssopacePalestina e Rete della Pace invitano tutte e tutti a partecipare e aderire alla campagna!
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Per informazioni sulle iniziative in Italia e interviste: Luisa Morgantini tel. 348 3921465
openshuhada.assopacepalestina@gmail.com – www.assopacepalestina.org – www.retedellapce.it
Per approfondire
Shuhada Street
È la principale arteria della città vecchia di Hebron, un tempo cuore economico e sociale della città oggi completamente deserta e off limits per i palestinesi fin dal 1994, anno del massacro nella moschea di Abramo compiuto dal colono israeliano Baruch Goldstein, che il 25 febbraio uccise 29 palestinesi. Oggi a Shuhada Street i negozi sono chiusi, centinaia sono i blocchi stradali e i checkpoint che impediscono l’ingresso e il transito ai palestinesi mentre i coloni, insediati nel centro della città vecchia di Hebron, continuano a occupare illegalmente le case dei palestinesi, protetti dall’esercito israeliano.
Hebron
È tra le quattro città sante per l’ebraismo e l’islam, la seconda città più grande della Cisgiordania e uno dei principali centri per il commercio della Palestina. Come il resto della Cisgiordania, Hebron è sotto occupazione militare israeliana dal 1967 e gli insediamenti israeliani – illegali secondo il diritto internazionale e le più recenti risoluzioni dell’Onu – si trovano nel cuore del centro storico palestinese. Negli ultimi anni l’espansione delle colonie israeliane all’interno e intorno alla città è aumentata velocemente. Sono oltre 800 i coloni che vivono oggi all’interno della città vecchia, dove l’esercito israeliano impone invece ai palestinesi un sistema di restrizioni, checkpoint e divieti che hanno trasformato Hebron da città fiorente e vitale in una ‘Ghost Town’, una città fantasma dove altissimo è il numero delle aggressioni e delle violenze dei coloni. Il 42% della popolazione palestinese di Hebron è stata costretta ad abbandonare le proprie case e attività economiche.
Gli insediamenti israeliani
Nel dicembre del 2016 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione di condanna contro la costruzione di insediamenti israeliani in Cisgiordania, definendoli «una evidente violazione del diritto internazionale» e il «maggiore ostacolo alla pace». La risoluzione Onu chiede «la cessazione immediata e completa di tutte le attività di insediamento nel territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme est». Dalla firma degli accordi di Oslo nel 1993, la presenza di insediamenti israeliani in Cisgiordania è cresciuta a dismisura, da 150mila coloni oggi si è arrivati a circa 700mila.
Youth Against Settlements (Giovani contro le Colonie) è un gruppo di attivisti palestinesi non-partitico e non religioso con sede a Hebron. Il gruppo è tra i promotori della campagna Open Shuhada Street. Da anni, accanto a pacifisti internazionali protestano in modo nonviolento contro gli insediamenti e l’occupazione militare israeliana di Hebron e di tutta la Palestina, pagando quotidianamente il loro attivismo con arresti e detenzioni arbitarie, nonché quotidiane provocazioni e violenze da parte dei coloni (clicca qui)