Palermo, 20 aprile 2015
La conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella Sala gialla di Palazzo delle Aquile (Palermo) si è aperta con la celebrazione di un minuto di silenzio in ricordo delle oltre 900 vittime dell’ultima, immane tragedia che si è consumata nelle scorse ore nel Canale di Sicilia, in mezzo a un mare che si sta drammaticamente trasformando in una tomba per migliaia di vittime in cerca di speranza, di aiuto e di una vita degna di questo nome. Una tragedia di proporzioni enormi, che dovrebbe spingerci tutti a riflettere profondamente su ciò che sta accadendo e a fare emergere quel fondamentale senso di umanità, di comprensione ed empatia che sempre più spesso pare venir meno.
In apertura il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha voluto dedicare un pensiero a quanto accaduto, affermando che non appena giunta la notizia, gli organizzatori dell’incontro avevano «pensato di rinviare la conferenza», ritenendo tuttavia «doveroso ricordare le vittime dell’egoismo degli Stati». «Oggi a Palermo», ha detto il primo cittadino, «è lutto cittadino così come in tutti i comuni siciliani. Ho rivolto un appello contro l’insensibilità degli Stati, ringraziando papa Francesco per le posizioni assunte e invitando i rappresentanti delle religioni monoteiste del Mediterraneo a unirsi a noi. Siamo di fronte a un ‘euro genocidio’», ha proseguito Orlando, dichiarandosi contento, a nome suo e dell’istituzione che rappresenta, «di questo campo» di volontariato internazionale che avrà inizio tra due mesi nel capoluogo siciliano. «Sarà una contaminazione positiva; dobbiamo costruire un mondo in cui si convive insieme: in questo campo nessuno accoglie o tollera, ma si sta tutti insieme. Oltre a Emmaus, Libera e Legambiente, ci sono tante realtà palermitane».
La parola è poi passata a Giusi Scafidi, presidente della IV Commissione alle Politiche Sociali del Comune, la quale ha dichiarato che «grazie a Emmaus, a Libera e alle altre associazioni che si sono spese a Lampedusa [nell’aprile scorso N.d.R.] ho conosciuto il movimento fondato dall’Abbé Pierre e ho chiesto se fosse possibile realizzare questo progetto a Palermo. Un evento importante», sottolinea Scafidi, «specialmente in questo momento, in cui non si può parlare solo di accoglienza, ma ognuno deve partecipare alle iniziative a favore di questi sventurati».
Franco Monnicchi, presidente di Emmaus Italia, ha ribadito che «i protagonisti di questa iniziativa sono le realtà di Palermo». Nel corso dei mesi precedenti, durante i lavori di organizzazione del campo è infatti emersa, tra i vari soggetti promotori, una significativa voglia di stare insieme nonostante le differenze; e per questo, ha aggiunto Monnicchi, «siamo loro grati e ci siamo messi a disposizione, come Emmaus, di queste realtà con le nostre caratteristiche che sono un valore aggiunto». Per il presidente di Emmaus Italia è necessario «andare avanti non con la beneficenza dei ricchi, ma con il lavoro dei poveri, delle persone scartate dalla società che non solo si mantengono da sé, ma aiutano anche gli altri: un segnale forte e chiaro per chi non fa nulla contro la miseria, che è la causa principale delle morti in mare e delle molte guerre purtroppo ancora presenti in molti angoli del mondo».
La tragedia che si è consumata poche ore prima della conferenza di presentazione del campo internazionale di volontariato non poteva non diventare il principale argomento della giornata; per questa ragione il presidente di Emmaus ha voluto affermare chiaramente che «la morte di queste centinaia di persone è solo la punta dell’iceberg: sono deceduti a migliaia in questi anni, e perciò chiediamo la riattivazione di Mare Nostrum e l’apertura di corridoi umanitari contestualmente a una decisa azione di contrasto delle cause che producono queste tragedie, come il sostegno ai regimi dittatoriali o il traffico di armi».
Mettere al centro l’essere umano, coltivare l’inclusione e la solidarietà, riconoscere la necessità di agire dal basso, con l’aiuto di tutti, per dare vita a un vero cambiamento epocale. Il campo di volontariato, che comincerà ad accogliere i partecipanti fin dai primi giorni di luglio, intende andare in questa direzione, e il suo scopo principale è provare a combattere radicalmente il disagio sociale attraverso il coinvolgimento diretto e attivo di chi vive nei quartieri del capoluogo siciliano più esposti a tale disagio.
Giovani italiani, europei e provenienti da differenti Paesi del mondo saranno impegnati quotidianamente in numerose attività di animazione svolte in diverse zone della città, alle quali si alternerà la raccolta di materiale usato utile per autofinanziare progetti di utilità sociale. Chiunque – purché maggiorenne – può prendere parte al campo, iscrivendosi via Internet sul sito di Emmaus Italia.
Dal canto suo Giovanni Pagano, coordinatore di Libera Palermo, si dice persuaso che aver «sposato l’idea di questo progetto possa restituire qualcosa alla città; il miglior modo per contrastare le mafie è renderle inutili migliorando le condizioni di vita delle persone». Nel corso del suo intervento, Pagano ricorda anche che Libera ha «lanciato l’idea del reddito di cittadinanza» e si è impegnata «nell’organizzazione di questo campo anche grazie alle nostre reti di rapporti, dando una risposta all’esigenza di partecipazione delle giovani generazioni. Chi decide di passare una settimana delle proprie vacanze dedicandosi agli altri», ha concluso il coordinatore, «trova così risposta: non solo fatica, ma anche riflessione e crescita personale».
Gli organizzatori si aspettano un riscontro importante in termini di adesione, con l’arrivo a Palermo di molti volontari pronti a vivere un’esperienza umana importante e arricchente. «Si è creata una rete cittadina in tutte le periferie della città», dice Massimo Castiglia, presidente dell’associazione Handala di Palermo; coinvolgeremo gli abitanti «chiedendo loro di donare quello che hanno in casa: un modo creativo per parlare di riciclo e riutilizzo. Vorremmo che il Mediterraneo non fosse più una tomba, ma un mezzo per fare incontrare le persone».
«Riteniamo significativo il nostro contributo a questo campo internazionale, proprio per lo stile della promozione umana a cui, da sempre, siamo improntati», spiega al telefono padre Sergio Mattaliano, direttore della Caritas Diocesana di Palermo e da tempo in prima linea sui temi dell’immigrazione, «perché l’obiettivo di Emmaus rientra nello spirito della Caritas, attiva nel processo di sensibilizzazione culturale dei giovani per la salvaguardia e la custodia del creato a sostegno dei più poveri. È un’occasione importante», conclude Mattaliano, «da non perdere e di cui beneficerà tutta la società civile».
Queste le associazioni che collaborano all’iniziativa: Addiopizzo, Agesci, Altrodiritto, Angologiro, Arci Palermo, Apriti Cuore, Asgi, Atletica Berradi, Caritas Palermo, Centro Danilo Dolci, Contaminando Bios, Core, Domus Carmelitana, Famiglia Comboniana, Handala, Istituto Don Calabria, Laboratorio Zen Insieme, Lievito, Lunaria, Mediterraneo di Pace, Officina 22, Osservatorio «Nourredine Adnane», Palermo Ciclabile, Per Esempio, Pro.vi.de Regina della Pace Onlus, Comunità Salesiana Santa Chiara, Parco del Sole, Centro Sociale San Francesco Saverio, Associazione Culturale San Giovanni Apostolo e Banca Etica. All’accoglienza dei volontari durante lo svolgimento del campo contribuiscono anche l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, l’Istituto Onnicomprensivo Giovanni Falcone, l’Istituto Tecnico Vittorio Emanuele III e il Liceo Linguistico Ninni Cassarà.
In definitiva, il campo vuole quindi essere un modo di agire costruttivo – uno dei tanti possibili – di cui c’è particolare bisogno in quest’epoca, nella quale ‘restare umani’ è più che mai indispensabile.
Qui sul nostro sito, tutte le informazioni relative alle attività previste durante il campo di Palermo, ai periodi di partecipazione e alle modalità di iscrizione.
Ufficio stampa
Emmaus Italia