Gianni Belletti, responsabile della comunità Emmaus di Ferrara, mercoledì 26 ottobre ha inviato una lettera aperta ai media locali del ferrarese relativamente ai fatti di Gorino. Un intervento interessante che invita alla costruzione di alternative più umane per tutti. Di seguito il testo della lettera:
«Concittadini di Gorino, credo vi sia andata fin troppo bene! Non tanto per le 12 donne (dodici) che vi siete rifiutati di accogliere, quanto per la enorme e sproporzionata risonanza mediatica che i mezzi di informazione vi hanno riservato. La grancassa mediatica vi ha utilizzato per alimentare uno scontro politico tanto chiassoso quanto inconcludente, per raggiungere chissà quali obiettivi.
A voi donne e uomini di mare vorrei dedicare queste parole tratte dalla prefazione di un libro di Robert Winder a proposito dei migranti che arrivano (Bloody Foreigners: The Story of Immigration to Britain, 2013): “Possiamo sistemare il nostro sdraio sulle nostre spiagge, come spesso ci piace fare, e gridare alle ripetute onde; ma la marea non ci ascolta, né il mare si ritira”, per dirvi che non è con l’esclusione che abbiamo qualche speranza di “salvarci” dall'”invasione” dello “straniero”, ma come genere umano ci possiamo “salvare” solo se sapremo investire nella conoscenza dell’altro e nell’inclusione sociale.
Come voi, sono profondamente contrario a questo modo di “gestire” i flussi migratori, dando grandi opportunità a uomini e donne senza scrupoli, in Italia come all’estero, di lucrare sulle aspirazioni della povera gente.
È fin troppo evidente che oggi i migranti sono utilizzati come un’arma per manipolarci, per distrarci da altre questioni politiche e sociali fondamentali, per orientarci verso chissà quali lidi e scelte.
Uomini saggi, nel 1948, in tempi non sospetti, in cui le mafie ancora non si erano accorte del guadagno che avrebbero potuto fare sul commercio degli uomini, scrissero la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: l’articolo 13, in particolare, ci ricorda che “ogni individuo ha il diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio e di ritornare nel proprio Paese”.
Invece di alzare muri e barricate, dobbiamo costruire ponti cambiando, questo sì, le regole del gioco:
1. che oggi obbligano i migranti, da qualsiasi Paese provengano, a fare domanda di asilo politico, anche senza averne di fatto le prerogative e la speranza di ottenerne un riconoscimento, come unica possibilità per rimanere legalmente e temporaneamente, nel nostro Paese;
2. che permettono a privati senza scrupoli di lucrare, legalmente, sulla loro condizione;
3. che mettono nelle mani della criminalità organizzata e del caporalato nuove forze lavoro, persone disposte a tutto per sopravvivere.
Parliamone».
Gianni Belletti
Comunità Emmaus Ferrara – San Nicolò, 26 ottobre 2016
Il testo della lettera riprodotto in questa pagina è tratta da «Cronaca Comune. Quotidiano online del Comune di Ferrara»
La foto è tratta dal sito www.estense.com