Un appello alle candidate e ai candidati alle elezioni per il Parlamento Europeo da parte della rete fio.PSD ETS, di cui Emmaus è socia.
Nei giorni 8 e 9 giugno le cittadine e i cittadini residente in Italia, saranno chiamati al voto per eleggere nuove e nuovi rappresentanti al Parlamento Europeo.
La fio.PSD, federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora, che da oltre 30 anni opera in Italia, attraverso l’impegno quotidiano dei propri soci, ritiene opportuno sollecitare l’attenzione ed il confronto su alcuni temi anche alle candidate ed ai candidati italiani che saranno eletti nel prossimo parlamento europeo.
In particolare, evidenziamo l’importanza che l’impegno del parlamento europeo permetta nei prossimi anni di:
- rafforzare una strategia politica di cooperazione internazionale, come previsto dalla dichiarazione di Lisbona, invitando i candidati a sollecitare gli Stati a dar corso agli impegni derivanti dalla firma della Dichiarazione di Lisbona e dall’adesione alla European Platform on Combating Homelessness, introducendo misure concrete che consentano di raggiungere il cruciale obiettivo di porre fine all’homelessness entro il 2030.
- avviare un piano straordinario di politiche europee per promuovere alloggi a prezzi accessibili, capace di intercettare anche le fasce più vulnerabili della popolazione.
- intervenire nelle situazioni di povertà energetica, garantendo condizioni e qualità della vita adeguati ai nuovi e preoccupanti fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici.
- rivedere le politiche di migrazione che stanno minando la possibilità della mobilità umana, nel rispetto della dignità delle persone, e saturando i servizi per la grave emarginazione alle prese con persone che portano bisogni gravi e urgenti, che dipendono anche dall’inadeguatezza degli interventi per i migranti.
Saranno elezioni che avvengono dopo la crisi pandemica e le conseguenti crisi economiche, sociali, sanitarie, a causa delle quali molteplici situazioni di marginalità e povertà si sono acuite e radicate in modo, talvolta, quasi irreversibile. Non è mancato in questi anni l’impegno di molti Comuni, Città Metropolitane, delle Regioni, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Università, delle Aziende Sanitarie e degli Enti di terzo settore, per interventi territoriali che hanno offerto supporto alle persone che vivono in strada o in condizioni di marginalità grave.
Si è trattato di interventi volti a rafforzare molteplici servizi, da quelli cosiddetti di bassa soglia, quali dormitori, centri diurni, mense, empori solidali, docce e unità di strada a quelli di accompagnamento all’abitare quali Housing First ed Housing Led o a quelli di promozione dell’indipendenza economica quali tirocini, borse lavoro.
In occasione dell’ultima edizione dell’Eurobarometro (2024) alla domanda “in quali settori l’UE dovrebbe concretamente agire per preparare il futuro dell’Europa?” ben il 17% degli intervistati considera l’housing e l’assistenza per gli homeless, come un punto chiave (ottava posizione) di una scala in cui pongono le iniziative volte a migliorare l’assistenza sanitaria (38%), i salari 34%) e il reddito e le pensioni di vecchiaia (30%) ai primi 3 posti. Inoltre, il 23% (5 posto) considera come priorità sociale a livello nazionale la mancanza di alloggi sociali e di servizi per l’homelessness.
Oltre che nella cittadinanza, l’urgenza di politiche efficaci di contrasto all’homelessness risulta evidente anche ai governi che hanno firmato la European Platform on Combatting Homelessness (dichiarazione di Lisbona, giugno 2021).
Ribadiamo inoltre che, al livello nazionale e con uno sguardo alle future politiche europee, in Italia è ancora necessario:
- riconoscere a tutti coloro che ne hanno i requisiti per legge il diritto alla residenza;
- rafforzare percorsi di presa in carico delle persone senza dimora, fra servizi sociali, uffici anagrafe, polizia locale, uffici politiche abitative e del lavoro, secondo una logica di accompagnamento all’autonomia e diritto all’abitare;
- incentivare azioni per migliorare il lavoro di comunità, la coesione sociale e la consapevolezza nei cittadini e nelle cittadine che vivere in strada non è una scelta ma una conseguenza di eventi traumatici o povertà.
- rafforzare gli uffici della programmazione ed amministrativi, relativi alle politiche sociali, per garantire il corretto utilizzo dei fondi stanziati ai livelli regionali, nazionali, europei.
- utilizzare gli strumenti, permessi dalle attuali normative, della coprogrammazione e coprogettazione per garantire la massima partecipazione territoriale di enti di terzo settore e di altre istituzioni pubbliche, alla definizione di piani di intervento volti al contrasto della grave marginalità adulta e rafforzare le capacità amministrative di enti pubblici e di terzo settore per permettere un maggiore utilizzo dei fondi assegnati e per garantire la continuità dei servizi.
Ringraziamo per l’attenzione auspichiamo che questa nostra breve nota possa favorire il dibattito pubblico e la definizione di politiche concrete a supporto di tutti coloro che vivono nelle nostre città.
Roma, 31 maggio 2024