Il Natale si avvicina ma l’atmosfera è tutt’altro che natalizia: il mondo fuori pare essere ben lontano dallo spirito di accoglienza e solidarietà che ci si aspetterebbe, e di magia ce n’è ben poca, per questo vogliamo raccontarvi la bella storia di Tony Fuster.
Oggi artista e cantautore, nel 1957, quando aveva 4 anni, con i suoi fratelli e sorelle e i suoi genitori, è stato accolto dall’Abbé Pierre e ha vissuto nel campo di Noisy-le-Grand, poi nella città della Gioia a Plessis-Trévise, per 12 anni.
Un periodo difficile, ma che ha permesso loro di riprendere in mano le proprie vite.
Da ragazzo, Tony prova una profonda gratitudine per l’uomo con il mantello nero che gli ha offerto un tetto. L’ Abbé Pierre , che chiama la sua “star”, diventa una figura essenziale della sua storia, e sa che un giorno gli renderà omaggio, che poi arriva: un testo.
Questa storia, che ha segnato la sua vita e quella della sua famiglia, Tony l’ha raccontata davanti alla telecamera di Hélène Pêcheur, del servizio di comunicazione del municipio di Plessis-Trévise.
La scorsa primavera ha contattato Emmaus France, cui ha raccontato di voler riprendere e registrare la canzone scritta nel 1989, riportarla alla luce del giorno, perché per lui è importante, oggi, ricordare le azioni di Emmaus.
Questa è la canzone con cui rende omaggio all’Abbé Pierre e alle persone che, come lui, lottano per restituire all’uomo la sua dignità e i suoi diritti.
Impossibile rifiutarsi di accompagnarlo in un progetto così bello!
Così è iniziata l’avventura, con le riprese del videoclip nel cuore della comunità Emmaus di Plessis-Trévise, anch’essa incisa nei ricordi di Tony: «È lì che ci si vestiva da bambini».
Protagonista del video, il nipote di Tony, che lo interpreta da bambino, e le compagne, compagni, amici, responsabili della Comunità che fanno il loro debutto davanti alle telecamere: il video è quello che trovate in apertura di questo articolo.
Potete sostenere questo bel progetto qui.