Quanto accade nel cuore dell’Europa mostra i limiti e le debolezze del sistema di governo globale e la dipendenza dell’Europa dalla logica dei blocchi militari e della deterrenza nucleare, entrambe incapaci di prevenire e di riportare le tensioni tra stati dentro l’ambito della diplomazia, del dialogo e dell’ordine mondiale del sistema delle Nazioni Unite. E’ urgente riformare le regole di funzionamento dell’ONU, di ripensare il ruolo dell’Europa ed il rapporto tra stati nazionali e strutture sovranazionali.
Gli stati, i governi, le attuali strutture sovranazionali create dopo le tragedie delle due guerre mondiali del secolo scorso hanno dimostrato di non riuscire ad adempiere al loro mandato primario di garantire sicurezza, pace e benessere per tutta l’umanità, bloccate da veti e da una visione egemonica delle relazioni internazionali.
La guerra in Ucraina è solo l’ultimo esempio, l’ultima guerra generata da questo sistema che le istituzioni democratiche non controllano più. Un sistema che produce armi. Armi che producono guerre. Guerre che producono morti, crimini, distruzioni, profughi, odio, vendette. Una spirale autodistruttiva e di violenza i cui soli vincitori sono i gruppi di potere che operano al di sopra delle democrazie e dei principi e valori delle carte costitutive e del sistema del diritto internazionale delle Nazioni Unite e della sovranità dei singoli stati.
La guerra in Ucraina rappresenta un fortissimo pericolo per tutto il pianeta. Abbiamo di fronte a noi il rischio di un allargamento del conflitto e di una sua trasformazione in una guerra nucleare. Già ora le conseguenze di questa guerra hanno prodotto effetti economici devastanti in ogni continente, aumento della povertà, della fame, delle malattie, del consumo di energie fossili.
Fermare la guerra in Ucraina significa fermare i rischi di una guerra più grande e di un aumento devastante delle diseguaglianze e delle povertà.
Mai come ora è evidente come l’afflusso di armi sempre più potenti approfondisce il solco della guerra, esasperando rischi di escalation e allargamento di un conflitto i cui effetti economici si propagano in tutto il pianeta, colpendo per primi i più poveri. Mai come ora sono necessarie iniziative politiche che tolgano la parola alle armi, portino a un cessate il fuoco e aprano una prospettiva di pace.
Noi non possiamo solo assistere le vittime e denunciare le violazioni del diritto internazionale, dei diritti umani e delle libertà. Noi vogliamo e dobbiamo tornare ad essere protagonisti, in modo nonviolento, contro le guerre, contro i mercanti di armi, contro le dittature e i regimi militari. Non abbiamo più tempo da perdere per costruire una società globale capace di vivere in pace, senza più la necessità di armarsi per sentirsi sicura, fondata sul concetto di sicurezza condivisa, sull’applicazione e sul rispetto dei diritti umani universali e del diritto internazionale.
Ci impegniamo a lavorare insieme PER UN’EUROPA DI PACE, con l’obiettivo di costruire una proposta di cosa deve essere e cosa deve fare l’Europa di Pace, attraverso il lavoro comune di una grande alleanza della società civile europea, composta da reti, movimenti, sindacati, soggetti sociali, forze progressiste e democratiche europee che si riconoscono in questi cinque punti che riteniamo essere fondamentali:
- la condanna dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina e la difesa della sua indipendenza e sovranità, nonché la piena affermazione dei diritti umani delle minoranze e di tutti i gruppi linguistici presenti in Ucraina;
- la solidarietà con la popolazione ucraina, con i pacifisti russi che si oppongono alla guerra e con gli obiettori di coscienza di entrambe le parti;
- il rilancio della richiesta del cessate il fuoco per l’avvio di un immediato negoziato in cui sia protagonista l’organizzazione delle Nazioni Unite
- l’impegno per la de-escalation militare in quanto leva fondamentale per l’iniziativa diplomatica e politica;
- la costruzione di un sistema di sicurezza condivisa in Europa, dall’Atlantico agli Urali, fondato sulla cooperazione e il disarmo per un futuro comune;Invitiamo ad aderire ed a sostenere a questa mobilitazione, promuovendo coalizioni e comitati nazionali per organizzare insieme, quanto prima possibile, una conferenza della società civile per un’Europa di pace
Promuovono e sottoscrivono
Rete Italiana Pace e Disarmo (con le sue aderenti Accademia apuana della pace – ACLI – AGESCI – ALTROMERCATO – Ambasciata democrazia locale – ANSPS – AOI – Associazione di cooperazione e di solidarietà internazionale – Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Bassa Val di Cecina – ARCI Servizio Civile aps – ARCS – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la pace – AssopacePalestina – AUSER – Beati i costruttori di Pace – Casa per la pace di Modena – CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale – Centro Studi Difesa Civile – Centro Studi Sereno Regis – CGIL – CGIL Padova – CGIL Verona – CIPAX – CNCA – Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – Coordinamento pace in comune Milano – Emmaus Italia – FIOM-Cgil – FOCSIV – Fondazione Angelo Frammartino – Fondazione Finanza Etica – Forum Trentino per la Pace e i diritti umani – Gruppo Abele – IPRI – rete CCP IPSIA – Lega per i diritti dei popoli – Legambiente – Libera – Link – coordinamento universitario – Link2007 cooperazione in rete – Lunaria – Movimento europeo – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – Nexus Emilia Romagna – Noi Siamo Chiesa – Opal Brescia – Pax Christi Italia – Percorsi di pace – Rete degli studenti medi – Rete della conoscenza – Tavola sarda della pace – U.S. Acli – UDS – UDU – Un ponte per… – Ventiquattro marzo)
ANPI
Associazione Salviamo la Costituzione
Casa Internazionale delle Donne
Centro per la Riforma dello Stato
Cospe
Fondazione Lelio e Lisli Basso
Sbilanciamoci
StopTheWarNow
Associazione Paese Reale
Baobab Expericence
UP – Su la testa
Portico della Pace di Bologna
Oltre il Pregiudizio per i Diritti Umani aps
Campagna Oltre il Pregiudizio
Liberacittadinanza
La Casa dei Diritti Sociali della Valle dell’Aniene