Ancora morti, ancora ipocrisia e cinismo
Siamo scioccati e sconcertati per la sorte delle oltre 140 persone morte in queste ore nel Mediterraneo. Uomini, donne e bambini in carne e ossa con un nome, una storia, una provenienza, una famiglia. Non numeri ma persone, persone, persone!
Individui che hanno cercato di sopravvivere al destino cui sono stati costretti per consentire a noi di vivere ‘la pacchia’, per permetterci di possedere cellulari all’avanguardia, di acquistare il carburante per le nostre auto, di incrementare i nostri volumi economici grazie alla vendita di armi ai Paesi in conflitto, di arricchirci sfruttandone senza vergogna le risorse, umane e naturali. Persone sacrificate per il benessere di pochi e utilizzate come giustificazione per tutti i mali.
E fa ancora più rabbia e sconcerto ascoltare le dichiarazioni rilasciate dai nostri governanti, che come in un ignobile scaricabarile accusano chiunque – salvo loro stessi – della tragedia in corso, vomitando fango su chiunque si azzardi a salvare vite e quel minimo senso di umanità da cui oramai, come popolo e come Europa, sembriamo irrimediabilmente distanti.
Signor presidente del Consiglio, le sue dichiarazioni ci lasciano allibiti: non era per voi la Libia un porto sicuro? E signor ministro dell’Interno, non era lei ad aver dichiarato che i centri di accoglienza in Libia erano invidiabili e all’avanguardia? Oggi sostenete che i migranti in Libia sono in mano agli scafisti e vittime di tortura; ieri dicevate che la gestione libica dei migranti rappresentava un modello e che la Guardia costiera di quel Paese era in grado di gestire la situazione.
Siamo perfettamente coscienti che la responsabilità non è solo dell’Italia, ma utilizzare qualsiasi tipo di argomentazione per non prendersi le proprie, di responsabilità, e per giustificare scelte politiche disumane ed egoistiche è davvero immorale. Far morire le persone in mare: quello sì che è un crimine contro l’umanità, e chi lo consente non è moralmente e umanamente assolvibile.
Noi non ci arrenderemo mai a questa disumanità e guardiamo con grande preoccupazione e apprensione al destino dei nostri fratelli, cui saremo sempre vicini con tutte le nostre forze e con tutti i nostri mezzi.
Franco Monnicchi
Presidente di Emmaus Italia