Il raggiungimento della verità può avvenire in tanti modi. La giustizia, e quindi la magistratura in quanto organo fondamentale di ogni Stato pienamente democratico, deve contribuire a tale scopo, ma rappresenta solo uno dei molti canali attraverso cui pervenire alla verità, sanzionando i reati quando questi siano stati commessi. Tuttavia la verità può, deve, essere ricercata anche in altri ambiti, grazie ad altre competenze e ad altri saperi che non siano solo quelli giudiziari: possono contribuire a ciò i giornalisti, con inchieste approfondite e coraggiose, gli intellettuali, i docenti, la società civile tutta. Parole chiare, nette e incredibilmente persuasive quelle pronunciate dal giudice Vittorio Teresi durante la due giorni cuneese organizzata da Emmaus Boves per il venticinquesimo compleanno della comunità.
Di fronte a un pubblico che ha gremito la Sala San Giovanni la sera di martedì 25 e a una folta platea di studenti riuniti all’interno del cinema Monviso la mattina del 26, il capo del pool di magistrati che ha lavorato al processo sulla trattativa Stato-mafia ha ripercorso la lunga, complessa e faticosa (sul piano professionale e personale) vicenda che lo ha visto coinvolto insieme ai suoi colleghi Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Un impegno durato 5 anni che ha trovato, nella sentenza emessa poche settimane fa, piena conferma, benché si tratti – come ha più volte sottolineato il magistrato – del primo grado di giudizio. Ciò che è importante, ha affermato il magistrato, è comunque il fatto che con tale processo siano stati portati alla luce fatti che, qualunque esito giudiziario potrà avere la vicenda in futuro, sono ormai acclarati e di per sé immodificabili.
Nel suo intervento Teresi, rispondendo alle molte domande del pubblico, ha ribadito infatti più volte l’importanza di quanto emerso dall’iter processuale: e cioè eventi e circostanze che nessuno d’ora in poi potrà più ignorare, la cui estrema gravità ha contribuito a segnare drammaticamente almeno gli ultimi tre decenni della storia del nostro Paese.
Nella sua prima uscita pubblica dopo la pubblicazione della sentenza, Teresi ha sintetizzato di fronte alla cittadinanza cuneese il contenuto e il significato delle 5000 e più pagine che la compongono, illustrando alcuni passaggi cruciali della recente storia repubblicana che molti dei presenti in sala non hanno vissuto in prima persona in ragione della loro giovane età.
Nel corso di entrambi gli incontri sono più volte stati ricordati i nomi e l’operato di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, colleghi e amici del magistrato siciliano, il cui impegno professionale rappresenta anche una concreta e vivida testimonianza di continuità con quanto fatto dai due servitori dello Stato, e dagli uomini della loro scorta, trucidati dalla mafia ormai 26 anni fa. E proprio in quell’epoca nasceva a Boves la comunità Emmaus, che per festeggiare il suo quarto di secolo ha voluto organizzare l’incontro con Vittorio Teresi che è, insieme ad altri suoi colleghi, uno dei soci fondatori dell’associazione Emmaus Palermo. Un evento finalizzato a ribadire che la cultura della legalità, il rispetto di tutti verso tutti non sono parole vuote e retorica buona per tutte le stagioni; sono, al contrario, la strada che ognuno di noi è chiamato a percorrere quotidianamente attraverso l’educazione, il sapere, la critica e l’attenzione costante verso quel che ci circonda. Solo così, solo per mezzo di una piena e matura consapevolezza, ognuno può scegliere davvero da che parte stare e contribuire in tal modo all’affermazione dei valori della legalità, dell’equità, della tolleranza: in una parola, della vera democrazia. Valori che il movimento Emmaus incarna da più di sessant’anni.
In occasione del compleanno della comunità continueranno nei prossimi giorni i molti appuntamenti che Emmaus Boves ha organizzato insieme a tante altre associazioni e realtà del territorio. Tra queste segnaliamo la mostra fotografica Minerali clandestini (dal 30 settembre all’11 ottobre esposta presso il Centro di Documentazione Territoriale di Cuneo); l’incontro dal titolo Ottant’anni fa, le leggi razziali (3 ottobre, Centro di Documentazione Territoriale di Cuneo); l’incontro di amicizia e condivisione Tutto il mondo è quartiere (6 ottobre, Casa del Quartiere di via Rostagni, Cuneo); il convegno Le cause delle migrazioni dai Paesi africani (8 ottobre, Centro di Documentazione Territoriale di Cuneo) e quello dal titolo Commercio di armi: guerre e migrazioni (12 ottobre, Centro di Documentazione Territoriale di Cuneo).
Inoltre, dal 30 settembre all’11 ottobre sarà presente una tenda-presidio nella funzione di punto informativo circa le ragioni delle iniziative organizzate).
Tutti gli eventi sono patrocinati dal Comune di Cuneo
Per tutte le informazioni, è possibile scaricare la locandina.