Giovedì 28 giugno, alle ore 12, i rappresentanti di alcune associazioni italiane e dei sindacati hanno inviato ai parlamentari della Repubblica una lettera aperta il cui testo trovate qui di seguito. Anche il nostro movimento ha aderito a questa importante ininziativa, che per essere pienamente efficace necessita anche di una diffusione e condivisione il più possibile ampia
Gentile Parlamentare,
come è noto, il 29 ottobre 2016 è stata approvata un’importante legge, la 199/2016, votata da tutti i partiti e movimenti presenti in Parlamento, con la sola astensione di Lega e Forza Italia. La legge 199 inasprisce il quadro normativo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento del lavoro in agricoltura ma prevede anche azioni positive, come la Rete del lavoro agricolo di qualità e le sue sezioni territoriali, che sono volte a prevenire tali fenomeni e a prevedere collocamento e trasporto legale per le imprese e per i lavoratori agricoli. Per questi aspetti, purtroppo, la legge risulta ancora inapplicata e vanno recuperati i ritardi inspiegabilmente accumulati nell’ultimo anno. Purtroppo lo sfruttamento del lavoro e il caporalato sono una piaga che da decenni investe una parte importante del settore primario, con pesanti ricadute sui diritti dei lavoratori agricoli, sull’immagine del Made in Italy nel mondo e nei confronti delle tantissime aziende che rispettano i contratti e le leggi sociali e che, pertanto, subiscono un dumping ingiustificato.
Nei giorni scorsi, i ministri dell’Interno e dell’Agricoltura hanno rilasciato dichiarazioni che, a giudizio dei firmatari di questa lettera, rappresentano motivo di preoccupazione, perché aprono alla possibilità di modificare la legge e, di conseguenza, svuotarla dei suoi contenuti più innovativi.
In particolare, occorre chiarire le affermazioni «la legge sul caporalato più che semplificare, complica» (ministro dell’Interno Salvini) e «va decisamente cambiata» (ministro dell’Agricoltura Centinaio), perché il rischio è che la responsabilità in solido delle aziende, introdotta dalla legge 199/2016, venga sacrificata sull’altare della sburocratizzazione del settore.
Nel rispetto dell’autonomia e della sovranità del Parlamento, Le scriviamo per sottoporre alla Sua attenzione la nostra preoccupazione: la legge 199/2016 è per gli scriventi un atto di civiltà di cui il precedente Parlamento ha saputo farsi carico, e che rappresenta una prima risposta alle tante, troppe morti nei campi italiani. Da Paola Clemente a Soumayla Sacko, le vittime di questa schiavitù moderna chiedono rispetto e azioni concrete.
Per questo riteniamo che la legge 199 vada considerata, come emerso da più parti, un caposaldo della nostra architettura normativa. Con la presente siamo a chiederLe di impegnarsi affinché non venga indebolita in alcun modo, bensì implementata con altre norme che, estendendo le responsabilità a tutta la filiera produttiva, garantiscano piena trasparenza in ogni passaggio e mettano i consumatori in condizioni di giocare un ruolo attivo nello scoraggiare le aziende che non rientrano nella legalità.
Sindacato, istituzioni, forze dell’associazionismo devono impegnarsi insieme alla politica affinché cessi la condizione miope e disfunzionale, in cui spesso ogni anello della filiera agroalimentare è contrapposto agli altri in una forte competizione sui prezzi. In questo scontro spesso risulta evidente la disparità di forze tra la parte agricola, frammentata e debole l’industria e la grande distribuzione organizzata. Le condizioni di vita e di lavoro nei campi vanno tutelate anche alla luce di questi rapporti squilibrati. Riteniamo che costruendo rapporti trasparenti e condivisi tra tutti gli attori della filiera sarà possibile ridurre in maniera drastica il verificarsi di nuovi episodi di caporalato e sfruttamento del lavoro bracciantile.
Con questa lettera siamo a chiederLe un impegno pubblico a difesa della legge 199/2016 e la disponibilità a collaborare con la rappresentanza sociale e la società civile per promuovere azioni e norme che vadano nella direzione di una rapida e completa applicazione della legge, soprattutto nella parte che prevede l’istituzione delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità (articolo 8 della legge) e di un «approccio di filiera», che possa prevedere misure come l’etichettatura narrante dei prodotti alimentari e un elenco pubblico dei fornitori, una riforma delle Organizzazioni dei Produttori e misure concrete per valorizzare il lavoro agricolo e sottrarlo allo sfruttamento.
In attesa di un cortese riscontro,
porgiamo cordiali saluti.
Fabio Ciconte – Direttore Terra! Onlus – campagna #FilieraSporca
Ivana Galli – Segretaria Generale Flai CGIL Nazionale
Stefano Mantegazza – Segretario Generale Uila Uil Nazionale
Luigi Ciotti – Presidente Nazionale Libera
Gian Carlo Caselli
Luigi Manconi
Antonio Marchesi – Presidente Amnesty International – Italia
Rossella Miccio – Presidente Emergency
Roberto Barbieri – Direttore Oxfam Italia
Francesca Chiavacci – Presidente Arci
Franco Monnicchi – Presidente Emmaus Italia
Camillo Ripamonti – Presidente Centro Astalli
Valentina Calderone – Direttrice A buon diritto
Alberto Barbieri – Direttore MEDU
Lorenzo Trucco – Presidente ASGI
Marco Omizzolo – Responsabile scientifico InMigrazione
Davide Mattiello – Presidente Fondazione Benvenuti in Italia
Giosuè De Salvo – Responsabile advocacy Mani Tese
Danilo Chirico – Presidente DaSud
Yvan Sagnet – Presidente No Cap
Andrea Segre – Zalab
Antonello Mangano –Terrelibere.org