L’Abbé Pierre è sempre nella mente, nei ricordi di chi vive Emmaus tutti i giorni. Non possiamo mancare ogni tanto di citare una sua frase o di ripensare ad un suo discorso, soprattutto perché è sempre stato al passo con i tempi e ancora oggi purtroppo alcune sue riflessioni negative sulla società mondiale sono assolutamente attuali.
La sua fede e la sua speranza l’hanno sempre portato a pensare avanti: ai giovani, alle generazioni future come strumento per migliorare le società e avere pace nel mondo.
La prima volta che lo incontrai fu con Franco della comunità di Boves, eravamo a Parigi per un incontro sui campi di lavoro; l’Abbé non partecipava già più alle riunioni, ma chiedemmo di vederlo, il nostro fu un incontro brevissimo, ma anche lì la sua preoccupazione erano i giovani e ci chiese se le riunioni per i campi andassero bene.
La sua avventura di Emmaus, scatena ancora oggi sorpresa quando raccontiamo la storia del Movimento e di come le nostre comunità vivono in tutto il mondo attraverso il lavoro delle persone provenienti da contesti di disagio e la solidarietà di chi ci sostiene, e ricordiamo bene le sue parole dure contro i potenti capi di stato, ma anche gli incontri con persone influenti che nel mondo lottavano contro la miseria.
Mi viene in mente una persona in particolare, “il vescovo rosso”: Helder Camara arcivescovo di Olinda e Recife in Brasile. E negli anni Novanta è proprio con don Helder Camara che si è aperta una comunità Emmaus a Recife.
La forza dell’Abbé ha contagiato tutti noi, e come lui attraverso il nostro lavoro e il nostro impegno ogni giorno, a piccoli passi, cerchiamo di costruire una società migliore non mancando di gridare e lottare contro le ingiustizie e per i diritti umani fondamentali che vengono schiacciati e dimenticati.
Massimo Resta
Presidente Emmaus Italia